La scelta del
tema drammaturgico è il primo passo quando si vuole iniziare a scrivere un
romanzo. È essenziale riuscire a definirlo nel modo più chiaro possibile
perché esso rappresenterà il filo conduttore della nostra storia. Scegliere il
tema drammaturgico non è né scontato, né banale, ma non è neanche impossibile.
Soprattutto quando si è alle prime armi consiglio di identificare una tematica
semplice e diretta e che sia molto vicina al nostro vissuto. Ricordatevi che a
dare spessore al romanzo non è il tema di per sé, ma il modo in cui lo si
contestualizza. Lasciamo l’originalità e la complessità alla trama, agli intrecci,
ai personaggi e ai loro obiettivi e partiamo da un concetto semplice. Quanto
più il nostro tema drammaturgico sarà definibile in poche parole, tanto più
sarà possibile costruirci attorno una trama d’effetto e soprattutto
convincente. Il lettore ama i colpi di scena, le attese, non il caos
letterario!
la tana dello scrittore
SCRITTURA CREATIVA
Sulla scrittura
creativa si è probabilmente detto tutto e, per gli appassionati, ci sono in
rete pagine su pagine che ne spiegano l’origine, le caratteristiche, gli
elementi costitutivi e via discorrendo. Poiché sull’argomento sono nate vere e
prorie scuole con maestri di tutto rispetto, in questo post eviterò di
soffermarmi su spiegazioni di tipo tecnico o su informazioni facilemte
reperibili, per darvi una mia personalissima e forse un po’ polemica visione
sull’argomento in oggetto, con l’intento di suscitare spunti di riflessione
interessanti per chi vuole avvicinarsi alla soave e ardua arte della scrittura.
PERCHÉ SCRIVERE?
Si può rispondere a questa domanda attraverso un’altra
domanda che miri a definirne il suo stesso essere: cosa significa scrivere?
Scrivere non è affatto un vezzo, ma è un’esigenza che affonda le sue radici nell’atavico istinto a comunicare. Questo significa che chiunque, potenzialmente, può essere uno scrittore. Chiaramente è fondamentale conoscere le regole della lingua italiana (o comunque di quella in cui si scrive) poiché rappresenta il nostro “strumento di lavoro”. Se scrivere è dunque un’esigenza sociale, se ne evince, conseguentemente, come lo scrivere non sia affatto un affare privato dello scrittore e della sua pagina, ma una questione spiccatamente collettiva. Ebbene sì, non si scrive mai per sé stessi, ma per gli altri.
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